Se da un lato l'avvento del digitale ha aumentato significativamente le opportunità di interazione tra le persone, dall’altro proprio questa abbondanza di interazioni può avere un impatto negativo sul benessere psicologico di una persona quando male indirizzata o manipolata.
Il primo grande vantaggio della nuova comunicazione riguarda la possibilità di connettersi con le persone in modo più facile e veloce, valicando ogni limite spazio-temporale. Un aspetto che tutti abbiamo saputo apprezzare nel corso della pandemia da covid-19.
Di contro, uno dei più grandi svantaggi della comunicazione digitale è ovviamente l'assenza della componente fisica, una delle parti fondamentali della comunicazione.
Un altro vantaggio della comunicazione attraverso i social network è la possibilità di aggregarsi in «gruppi» più o meno grandi, in modo da condividere idee, opinioni ed esperienze con altre persone.
Un altro svantaggio della comunicazione attraverso i social network è la sempre più frequente emarginazione di chi non si adatta agli standard dettati dal social network stesso. Ne è un esempio TikTok, dove chi non prende parte ai cosiddetti "trend" viene penalizzato dall'algoritmo e quindi i suoi contenuti vengono proposti sempre di meno.
Altro elemento è l'inibizione da parte degli utenti a insultare gli altri causata dalla "barriera" dello schermo. È infatti dimostrato che i cosiddetti "haters", nella gran parte dei casi, non hanno reale contezza dei danni causati dagli insulti scritti online.
In ultima analisi, i social network possono creare alienazione. È il caso, ad esempio, degli hikikomori, adolescenti (e non) che scelgono di vivere la propria vita dall'interno della propria camera, riducendo al minimo le uscite ed i contatti sociali nel mondo reale, favorendo esclusivamente i contatti attraverso i mezzi digitali.
I social network, in alcuni casi, sono dei mezzi di comunicazione indipendente dal controllo di regimi dittatoriali che consentono alle popolazioni represse di comunicare con l'esterno anche in caso di censura.
Di contro, tutta la comunicazione che avviene attraverso un dato social network viene filtrata dallo stesso, il quale può decidere in modo arbitrario cosa è giusto e cosa è sbagliato, limitando la libertà di espressione di alcune minoranze che non si adeguano al cosiddetto "mainstream".
I social network offrono la possibilità di entrare in contatto con persone che la pensano diversamente da noi, avendo un confronto costruttivo ed edificante.
Potersi confrontare con altre persone, poi, può risultare utile, ad esempio, quando prima di acquistare un determinato prodotto si possono sentire i pareri di chi lo ha comprato prima di noi.
I moderni algoritmi che selezionano i contenuti da mostrare nel feed degli utenti hanno come obiettivo principale quello di generare coinvolgimento positivo (like, commenti, ecc.) da parte dell'utente. Questo significa che i contenuti proposti sono quasi sempre in linea con i gusti, le idee e le opinioni dell'utente a cui vengono proposti. Questo crea un effetto di radicalizzazione delle proprie idee a discapito di un confronto sano e costruttivo con chi la pensa diversamente.
Un grande vantaggio della comunicazione digitale attraverso i social network è la possibilità di condividere esperienze, ricordi, messaggi e altri contenuti con la propria cerchia di amici, parenti e conoscenti, incentivando i contatti e le interazioni tra le persone.
Uno dei più grandi svantaggi della comunicazione digitale attraverso i social network è che chiunque può scegliere quale aspetto mostrare della propria persona, che quasi sempre è quello migliore. In questo modo è più difficile capire chi si ha "di fronte".
Inoltre, vedere solamente la parte migliore degli altri crea un grande senso di insoddisfazione nei confronti di sé stessi. Vedere vite vissute in posti incantevoli mangiando cibi deliziosi ogni giorno può generare un senso di insoddisfazione in chi li guarda senza avere la possibilità di accedere a quello stesso standard di vita. Questo aspetto è uno dei più incentivati dalla società consumista, poiché più persone sono insoddisfatte, più c'è occasione di colmare queste insoddisfazioni con nuove cose da acquistare.
Se da un lato la tecnologia accresce in modo significativo le nostre opportunità di interazione dall’altro quando questa frequente abbondanza di interazioni viene a mancare può avere un impatto negativo sul benessere psicologico di una persona.
The social dilemma è un documentario che racconta la storia di Ben, un ragazzo con una chiara dipendenza da social media che, costretto dalla madre a non utilizzare il cellulare per una settimana, entra in uno stato di crisi. L'astinenza dà a Ben una sensazione di disagio psicofisico e un vero e proprio "craving", ovvero il desiderio incontrollabile di qualcosa che porti gratificazione all'utilizzatore, caratterizzato dall’aumento di pensieri fissi e da forti impulsi con sintomi che assomigliano molto da vicino a quelli di una qualsiasi altra dipendenza.
Nel film vengono mostrate in parallelo le vicende di un gruppo di esperti che attraverso l'utilizzo di impulsi, immagini e informazioni personalizzate manipolano l'attenzione di tre avatar diversi che corrispondono a Ben.
Nei titoli di coda, con le raccomandazioni del gruppo di esperti intervistati durante il documentario, lo spettatore viene invitato a ridurre drasticamente il tempo passato al cellulare, a evitare di creare profili social a ragazzi troppo giovani, a disattivare le notifiche, a seguire più personaggi politici possibile e ad ampliare gli interessi seguiti attraverso queste piattaforme. Tutto questo con il fine ultimo di ‘spiazzare’ gli algoritmi ed evitare che ci condizionino oltre misura.