Il termine «Religione» deriva dal latino religiòne(m). Questo termine, a sua volta, è composto dalla particella iniziale «re-», che indica una ripetizione nel tempo, e dalla parola «ligare», che significa «unire insieme».
Possiamo quindi dire che il termine «Religione» significhi «Legare insieme nuovamente».
Come ogni rapporto, anche quello tra Dio e l'uomo, infatti, ha bisogno di essere coltivato (da cui «culto»). Non si tratta quindi di un'adesione formale, solo nelle apparenze ed una volta per tutte, anzi! Il termine stesso «religione» porta con sé la necessità di un continuo rinnovamento, proprio come accade nei rapporti tra le persone!
A nessuno mai verrebbe in mente di stipulare un contratto in cui si sancisce una volta per tutte un'amicizia, e poi... "chi s'è visto, s'è visto!". No! Le amicizie vanno coltivate.
Per non parlare poi della relazione tra due fidanzati! Quando eravamo all'asilo bastava una "X" su un bigliettino per sancire un fidanzamento, e probabilmente poi non ci si parlava neanche più. Poi però si cresce, e si scopre che un bigliettino non basta più. Ci vogliono tanti appuntamenti, tanti incontri... e poi, forse, ci si può definire fidanzati... ma non finisce mica qui! Anzi, è proprio qui che inizia quella bellissima fatica che è il coltivare la relazione con l'altro. Quanta gioia sprecata se, una volta sancito il fidanzamento, ognuno andasse per la propria strada senza più tenere conto dell'altro!
Ebbene, «religione» significa proprio questo: entrare in rapporto con Dio e coltivare questa relazione rendendola sempre nuova, proprio come accade tra di noi!
Dopo aver capito qual è il significato di questo termine, possiamo ora chiederci «Bene... ma come si fa ad entrare in rapporto con qualcuno?».
Leggiamo insieme un breve brano tratto dal capitolo ventuno de Il Piccolo Principe, di Antoine de Saint-Exupéry:
Il Piccolo Principe vuole entrare in relazione con la Volpe. Non sa bene come fare, ma è la Volpe stessa ad insegnarglielo: «Ci vogliono i riti».
A ben pensarci, infatti, ogni nostra relazione è permeata di riti: dalla stretta di mano al saluto del tutto particolare con un amico.
Anche riguardo la religione i riti sono fondamentali: sono infatti espressione della volontà di stare insieme con Dio.
Sempre più spesso, oggi, si sente dire che la religione è inutile... per non parlare dell'Insegnamento della Religione Cattolica a scuola! E se non fosse del tutto sbagliato?
Il termine «utile» deriva dal latino utibilem, termine che indica qualcosa di cui si può fare uso per trarne un vantaggio.
Non stupisce che in una società sempre più incentrata sull'utile (inteso sempre più esclusivamente come vantaggio economico), lo studio della religione sia considerato inutile. Addirittura si può dire che la religione, come l'amore, se vuole essere autentica, deve essere inutile, cioè deve realizzarsi nella sola relazione, senza mai cercare un utile o un tornaconto.
Lo studio della Religione Cattolica a scuola, come l'insegnamento di tante altre discipline, tra cui la filosofia, è piena espressione del fatto che nella vita non tutto si basa sull'utile, ma che l'uomo ha bisogno di qualcos'altro, di qualcosa che vada oltre.
Cogliere nelle domande dell’uomo e in tante sue esperienze tracce di una ricerca religiosa.
Lo studente è aperto alla sincera ricerca della verità e sa interrogarsi sul trascendente e porsi domande di senso, cogliendo l’intreccio tra dimensione religiosa e culturale.
Fonte: Indicazioni Nazionali5-6
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