Uno dei simboli principali del cristianesimo, oggi, è certamente la croce. Questa assume un significato centrale nella fede dei cristiani poiché è il simbolo che rappresenta l'amore di Gesù per i suoi amici:
La crocifissione era una forma di esecuzione utilizzata dall'Impero romano per punire i criminali considerati particolarmente pericolosi o ribelli. Era considerata una morte lenta e dolorosa, spesso riservata a schiavi, criminali e rivoltosi politici.
La vittima veniva solitamente costretta a portare la propria croce attraverso la città fino al luogo dell'esecuzione. Qui, la persona veniva inchiodata o legata alla croce, e sollevata da terra in modo che il peso del corpo facesse pressione sui chiodi che attraversavano i polsi e i piedi. Questa posizione, nota come crocifissione, causava una forte pressione sul petto, rendendo difficile la respirazione.
L'esecuzione poteva durare da alcune ore a diversi giorni, a seconda della forza e della resistenza della vittima. La morte avveniva solitamente per soffocamento, disidratazione o perdita di sangue. I corpi delle vittime venivano spesso lasciati sulla croce come monito per gli altri, o gettati in fosse comuni o abbandonati al sole e agli animali selvatici.
Le motivazioni per cui si poteva essere condannati alla crocifissione erano:
Rapina
Omicidio
Incendio doloso
Diserzione
Alto tradimento
Istigazione alla rivolta
Delitto di lesa maestà
Anche Gesù fu condannato a morte per crocifissione. Il capo d'accusa era l'istigazione alla rivolta e il delitto di lesa maestà:
Tutta l'assemblea si alzò, lo condussero da Pilato e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che sobillava il nostro popolo, impediva di dare tributi a Cesare e affermava di essere il Cristo re». Pilato lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». Pilato disse ai sommi sacerdoti e alla folla: «Non trovo nessuna colpa in quest'uomo». Ma essi insistevano: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea fino a qui»
Lc 23, 1-5Sebbene sia impossibile stabilire con certezza il giorno esatto della morte di Gesù, tutte le fonti sono concordi nel collocarla nel sesto giorno della settimana: il venerdì.
Stando alle ricostruzioni fatte sulla base delle tracce ematiche presenti sulla Sindone, sembrerebbe che quella che viene spesso raffigurata come una corona, sarebbe stata piuttosto quello che noi oggi chiameremmo "copricapo", che copriva tutta la parte superiore della testa. Le corone, al tempo di Gesù, coprivano tutto il capo, diversamente da come saranno (prevalentemente) quelle medievali, che invece cingevano la testa solo all'altezza della fronte.
Nonostante sia quasi sempre raffigurato con un panno a coprire il bacino, Gesù, come tutti coloro che subivano questa pena, fu crocifisso nudo. La spoliazione era infatti una parte importante della condanna, che ne esaltava il valore umiliativo.
Sebbene molte rappresentazioni raffigurino Gesù appeso alla croce con dei chiodi nelle mani, la crocifissione avveniva conficcando i chiodi nei polsi. Questo perché, con il peso del corpo, le mani si sarebbero lacerate facendo cadere il condannato. Inserendo i chiodi nei polsi, invece, le strutture ossee del braccio riuscivano a sostenere il peso del corpo appeso alla croce.
La croce è sicuramente uno dei pilastri della fede cristiana, ma si caratterizza come «collocazione provvisoria».
Questa espressione è divenuta famosa in seguito ad un'omelia di don Tonino Bello, un vescovo italiano, che un giorno, recandosi nel Duomo di Molfetta, vide che il parroco aveva addossato alla parete della sagrestia un crocifisso e vi aveva apposto un cartoncino con la scritta: collocazione provvisoria. Di seguito trovi una parte di questa omelia:
La scritta, che in un primo momento avevo scambiato come intitolazione dell'opera, mi è parsa provvidenzialmente ispirata, al punto che ho pregato il parroco di non rimuovere per nessuna ragione il crocifisso di lì, da quella parete nuda, da quella posizione precaria, con quel cartoncino ingiallito.
Collocazione provvisoria. Penso che non ci sia formula migliore per definire la Croce. La mia, la tua croce, non solo quella di Cristo. (Continua →)
La centralità della croce non può, infatti, affiancarsi all'importanza della Risurrezione.
Approfondire l’identità storica, la predicazione e l’opera di Gesù e correlarle alla fede cristiana che, nella prospettiva dell’evento pasquale (passione, morte e risurrezione), riconosce in Lui il Figlio di Dio fatto uomo, Salvatore del mondo che invia la Chiesa nel mondo.
Lo studente individua, a partire dalla Bibbia, le tappe essenziali e i dati oggettivi della storia della salvezza, della vita e dell’insegnamento di Gesù, del cristianesimo delle origini.
Fonte: Indicazioni Nazionali109