Cosa accadrebbe se l'uomo riuscisse a creare delle «pile corticali» da inserire tra le vertebre umane, nelle quali è possibile immagazzinare la mente umana? È questo lo scenario su cui si basa la serie TV Altered Carbon, basata sul romanzo di Richard K. Morgan: Bay City.
Il titolo della serie trae spunto dal materiale delle «pile corticali», ovvero il carbonio alterato: una speciale variante del carbonio, che però, a differenza di quello a cui siamo abituati noi, non è soggetto ad alcun tipo di invecchiamento. Ciò permette alle «pile» di conservarsi per lunghissimi periodi di tempo, rendendo di fatto immortali le "menti" in esse contenute.
Benvenuto ad Alcatraz. Hai scontato con successo la tua condanna. Forse avrai notato che non hai più il corpo con il quale sei arrivato. Ora che il tuo debito con la società è saldato, hai ricevuto una nuova custodia dal magazzino della prigione. Ti sentirai un po' confuso o... strano. Disorientamento, allucinazioni visive o uditive, e anche una leggera amnesia sono normali, ma non preoccuparti: questa introduzione risponderà a tutte le tue domande.
Questa è una pila corticale. Tutti i cittadini del protettorato ne hanno una, impiantata appena compiuto un anno. All'interno c'è pura mente umana, codificata e conservata come IDU: immagazzinamento digitale umano.
La tua coscienza può essere scaricata in qualunque pila e in qualsiasi custodia, e grazie all'ecotransfer puoi ritrovarti in qualsiasi custodia dei pianeti conosciuti. La custodia è sostituibile, ma se la pila viene distrutta, si muore. Non si può più tornare dalla vera morte, quindi, evita qualunque trauma alla base del cervello o che armi elettriche ti colpiscano la testa.
L’idea alla base di questa serie televisiva è che corpo e anima sono separati e separabili. La custodia è sostituibile, ma qualora la pila venga danneggiata, allora si verifica la «vera morte».
Queste persone, il cui hardware sarebbe l’involucro, o il corpo, e il cui “software” sarebbe questo microchip che si può trasferire da un corpo all’altro con una sorta di trasmigrazione delle anime, ad un certo punto implorano: «Fateci morire». Questo perché ciò che appartiene alla condizione umana non è un prolungarsi di questa esistenza in maniera perenne. Il desiderio umano di immortalità c’è, ma è rivolto ad un’altra vita, e perciò significa risurrezione. Questa è la parola chiave del «chi c’è dopo la morte?». È interessante perché questo tema dell’immortalità emerge in un’intervista rivolta agli attori della serie televisiva, nella quale il giornalista pone la domanda se vorrebbero un’immortalità come quella dei personaggi che hanno impersonato. La risposta è evidentemente negativa, perché quell’immortalità non è umana. L’uomo, sebbene desideri l’immortalità, non desidera certo un prolungamento all’infinito di questa esistenza.
Vi piacerebbe essere immortali come Kovacs, Bancroft e Quell?
Kinnaman: Difficile dire di no, è così affascinante vedere cosa succede nella vita oltre i cento anni, ci sono così tanti modi di viverla. Naturalmente l'essenza dell'uomo è la sua mortalità, lì risiede la sua bellezza. Nonostante ciò, se potessi, sceglierei di essere immortale, poi se mi dovessi annoiare andrei a farmi una bella nuotata.
Purefoy: A me piacerebbe essere l'unico immortale, quello che mi terrifica è che anche i cattivi possono vivere per sempre. Quindi se avessi il potere dell'immortalità non lo concederei a tutti.
Come ci si sente ad essere immortali? Vantaggi e svantaggi?
Purefoy: Uno dei vantaggi per me è l'abilità di capire le persone, la possibilità di acquisire una tale consapevolezza per cui tutto quello che fai ha un significato. Nella vita commetti tanti errori e vedi i tuoi figli commetterne altrettanti, ma poi a una certa età si raggiunge un grado di maturità che ti porta a sbagliare sempre meno. L'aspetto negativo è che la vita da immortali rischia di diventare noiosa e quindi si ha bisogno di vivere con più intensità.
Goldsberry: La capacità dell'amore di durare per sempre o almeno questo è quel che crediamo. La possibilità di continuare ad amare anche qualcuno che è scomparso. L'amore trascende i corpi. Inoltre nella vita normale tutti hanno un turno, si vive aspettando il proprio turno e sapendo che non ce n'è un altro, invece da immortali si hanno infinite chances. Ecco perché l'immortalità è il veleno dell'umanità.
Qual è il prezzo dell'immortalità?
Kinnaman: la perdita dell'umanità.
Purefoy: la corruzione, l'immortalità corrompe ogni anima, la rende vacua. La vita perde il suo ciclo, la natura perde il suo ritmo.
Comprendere la categoria fondamentale «uomo» della fede cristiana.
Lo studente inizia a confrontarsi con la complessità dell’esistenza e impara a dare valore ai propri comportamenti per relazionarsi in maniera armoniosa con se stesso.
Fonte: Indicazioni Nazionali