Un dato sembra certo: possiamo anche derivare dalle scimmie, ma certamente non siamo come loro. Ma cos'è, realmente, che ci distingue da loro e da tutti gli altri animali?
La ricerca scientifica è in continuo fermento, e ogni volta che viene scoperto un nuovo sito archeologico nel quale vengono rinvenuti resti di esseri antropomorfi (cioè simili all'uomo), subito si cerca di classificarli sulla base di criteri rigidi e precisi per categorizzarlo in questa o quell'altra specie. Ma la domanda fondamentale che si pongono gli studiosi è sempre una: uomo o scimmia?
Sono due le caratteristiche fondamentali che permettono agli studiosi di distinguere i reperti di australopithecus da quelli di homo: l'uomo, al contrario della scimmia (in greco: pithekos), realizza manufatti con decorazioni simboliche e seppellisce i propri defunti.
Ciò che distingue queste due specie, dunque, sono: l'arte e la cura dei defunti.
Aristotele, nella Politica, definisce l'uomo come «animale razionale». Sembrerebbe, quindi, che per il Filosofo, l'uomo si trovi in una situazione "di confine". Se infatti è vero che condivide con gli animali molte delle sue caratteristiche (nasce, mangia, cresce, si riproduce, muore), è anche vero che ha qualcosa di più, che Aristotele identifica con la razionalità.
La ragione, ovvero la «facoltà di pensare», è una caratteristica che — secondo Aristotele — appartiene esclusivamente all'essere umano.
Ma com'è possibile?, ci potremmo chiedere. Anche gli animali pensano!
Certamente, ma si tratta di un "pensare" diverso. Se infatti gli animali hanno la capacità di elaborare i dati che gli provengono dai sensi (come la vista, l'olfatto, ecc.), tuttavia non hanno la capacità di "riflettere" su concetti astratti come "la giustizia", "la bellezza", ecc.
Per Aristotele, infatti, ci sono tre tipi di "anima":
L'anima vegetativa è comune a tutti gli esseri che nascono, crescono e muoiono, come ad esempio le piante.
L'anima sensitiva appartiene invece a tutti gli esseri che oltre a nascere, crescere e morire, fanno uso dei sensi (vista, tatto, olfatto, ecc.), come ad esempio gli animali.
L'anima razionale, infine, appartiene solamente agli uomini, che oltre a nascere, crescere e morire; e oltre ad avere i sensi, hanno anche la facoltà di riflettere.
L'essere umano, in definitiva, è capace di esprimere attraverso elementi materiali (come le parole o i segni), concetti che vanno "oltre".
Il "salto" che solo l'essere umano è capace di compiere è quello dal pratico all'astratto/concettuale. Questa capacità è chiamata «capacità simbolica».
Anche alcune scimmie, infatti, come l'essere umano, riescono a comprendere l'utilità pratica di un bastone (usato ad esempio per colpire l'avversario), ma nessuna di loro è capace di attribuire ad un bastone, ad esempio, il ruolo simbolico che l'essere umano attribuisce ad uno scettro.
I resti degli uomini primitivi (homo) sono a volte molto simili a quelli delle scimmie (australopithecus). Entrambi, infatti, appartengono alla famiglia degli ominidi. Come fanno, allora, gli archeologi, a capire se il reperto che hanno davanti apparteneva ad un uomo oppure ad un animale?
I criteri sono molti, alcuni dei quali molto sofisticati, ma tra questi, tre sono un segno inequivocabile della presenza dell'essere umano:
Oltre a quelle già menzionate, quale altra forma simbolica conosci e sperimenti, nella vita di tutti i giorni?
Confrontarsi con la proposta cristiana di vita come contributo originale per la realizzazione di un progetto libero e responsabile.
Lo studente inizia a confrontarsi con la complessità dell’esistenza e impara a dare valore ai propri comportamenti, per relazionarsi in maniera armoniosa con se stesso, con gli altri, con il mondo che lo circonda.
Riconosce i linguaggi espressivi della fede, ne individua le tracce imparando ad apprezzarli dal punto di vista artistico, culturale e spirituale.
Fonte: Indicazioni Nazionali6
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